Scautismo
a Ferrara
" Solo
chi sa da dove viene sa dove andare."
E stato il leitmotiv delle
celebrazioni del 50° Anniversario della ripresa delle attività
scout a Ferrara del 1995. E linvito a capire il segreto
della vitalità anche attuale dello scautismo ferrarese, che
parte da lontano e affonda le sue radici in anni quanto mai difficili
per avviare il processo di crescita del metodo scout tra i giovani.
Il 1945 è stato lanno della ripresa dopo i lunghi
anni del regime fascista e quelli della 2° guerra mondiale. Ma
quelle radici le troviamo operose ancor prima degli anni venti,
quando inizia anche in Italia lavventura scout, con la
fondazione del CNGEI Corpo Nazionale Giovani Esploratori (1912) di
ispirazione aconfessionale e tuttora esistente.
Nel Gennaio 1916 il conte Mario di
Carpegna fonda lASCI (Associazione Scautistica Cattolica
Italiana) e nel giugno dello stesso anno Benedetto XV, tramite il
segretario di Stato Cardinale Gasparri, conferma il gesuita padre
Giuseppe Gianfranceschi come Assistente Ecclesiastico Centrale. Era
questo il segno pubblico dellapprovazione pontificia della
nuova associazione.
Agli inizi degli anni venti lASCI
dovette superare non poche difficoltà nei rapporti con le
altre realtà giovanili cattoliche del momento, poiché
non essendo mai stata revocata la direttiva di Pio X (1912) che
voleva che tutte le associazioni cattoliche si conformassero alla
Società della Gioventù Cattolica, si era creduto di
risolvere il problema sulla base del principio non scritto della
doppia appartenenza dei ragazzi e dirigenti.
Ma poiché i
reparti scout erano nati soprattutto in seno a circoli e a oratori
della Gioventù Cattolica, e nel contempo essendosi sviluppata
lASCI come associazione a sé stante, la realtà si
presentò molto diversamente: le attività scout, così
peculiari ed assorbenti, avevano messo in crisi questo principio. Più
nel reparto si faceva del buon scautismo, più il ragazzo
doveva scegliere tra il reparto ed il circolo stesso. Ciò non
solo creava un antagonismo tra i due organismi, ma in vari luoghi
finiva per svuotare il circolo. Da qui la conseguente irritazione
degli ambienti della Gioventù Cattolica.
Intanto lASCI cresceva, contando già 450 reparti nel 1922 fino a toccare le 1000 unità con 28.000 ragazzi nel 1926. Ma sono anche anni difficili, per i forti contrasti sorti nei confronti dellOpera Nazionale Balilla.
In quegli anni gli scouts sono presenti
ufficialmente anche a Ferrara (con sede in Via Savonarola 27), dove
nel 1926 venivano iscritti 13 esploratori e 4 lupetti e ad Argenta
(con sede presso la locale Parrocchia) dove vengono censiti
ben due reparti di esploratori il 7 agosto 1923.
Ma lo scontro
con i dirigenti fascisti fu duro e non solo verbale. La sera del 23
agosto, pochi giorni dopo il censimento degli scouts, viene ucciso
Don Giovanni Minzoni, che non volle cedere alla imposizione di
sciogliere gli esploratori.
A Ferrara il contrasto con i fascisti
si limitò a scontri verbali che influirono alquanto sullo
svolgimento delle attività scout sia allaperto che nella
stessa città. Valga per tutte la testimonianza di Mons. Angelo
Ferrari che consegnò di persona durante un incontro scout
pochi anni prima della morte: "Quel giorno, quando gli
esploratori sfilarono per Corso Giovecca verso la salita del
Castello, faticarono non poco a proseguire per gli insulti e le
invettive dei fascisti; poco dopo la sfilata fu ripetuta perché
non si volle cedere alle intimidazioni". Fu una resistenza che
durò poco, poiché nel 1928 lo scautismo in Italia, sia
aconfessionale che cattolico, fu soppresso.
Non risultano altre
presenze di gruppi scout in quel periodo a Ferrara e Provincia. salvo
la testimonianza di Mons. Antonio Samaritani che annota un tentativo
di avviare una realtà scout a Comacchio nel 1919 (Don
Brusasca, Mons. Manfrini) forse su interessamento di Don Minzoni.
Gli anni 30 non hanno perciò
storia per lo scautismo in Italia, che dovette cedere il posto
allOpera Nazionale Balilla..
Ma quali le differenze
sostanziali tra i due movimenti giovanili?
Lasciamo la parola al
Fondatore dello Scautismo, Robert Baden-Powell, che in un incontro
nel 1933 con Mussolini a Palazzo Venezia a Roma, così si
espresse:
" Il movimento dei balilla é obbligatorio
invece di essere volontario. Ha di mira uno stretto
nazionalismo invece di creare uno spirito di più larga
comprensione internazionale . E un allenamento puramente
fisico che non sviluppava il lato spirituale. Sviluppa lo
spirito di massa invece di formare il carattere individuale."
Ma non è possibile parlare di
scautismo senza riferire della sua anima, di quel lato spirituale che
integra e completa leducazione del buon cittadino. "Ogni
scout dovrebbe avere una religione" si legge negli scritti del
Fondatore.
Quando si parla di religione nello scautismo cattolico
si usa parlare di Spiritualità scout che si realizza
proprio là nella vita allaperto, quando si innesca una
intima relazione tra questo modo di vivere ed il mondo della natura,
intesa qui come Creazione, che suscita linteresse della prima
scoperta di una Presenza concreta di Dio nellanima del ragazzo.
Nel suo zaino uno scout dovrebbe sempre mettere due libri: il
Libro della Natura e la Bibbia: luno per vedere lOpera
di Dio e laltro per leggere la Sua Parola. Qui in sostanza si
intravede una fede semplice e francescana che rispecchia fedelmente
la personalità del Fondatore.
Una fede sostenuta dai
principi morali dellimpegno scout, scritti nella Promessa
Scout: " Con laiuto di Dio prometto sul mio onore di
fare del mio meglio, per compiere il mio dovere verso Dio e verso il
mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare
la Legge scout". Che cosa mai si può
chiedere di più ad un ragazzo!!
Lanno 1945 segnò il
risveglio ello scautismo in Italia e a Ferrara con una "uscita"
dei primi scout al Santuario del Poggetto.
Sono stati i primi
passi di una ripresa e di un impegno che, con il passare degli anni,
sono stati sempre più decisi a sviluppare e ad ampliare a
Ferrara e Provincia lASCI (Associazione Scautistica
Cattolica Italiana) e lAGI (Associazione Guide Italiane)
fino alla loro fusione nel 1974, nellAGESCI (Associazione
Guide e Scouts Cattolici Italiani). Sono tanti i fatti, gli
avvenimenti, i luoghi e le persone che hanno dato vita a
questa grande avventura scout a Ferrara.
Ci provo con una veloce
carrellata:
1945, Reparto scout Ferrara 1 con sede presso la Chiesa della Madonnina (Parrocchia di Santa Maria in Vado) Via Formignana, 33, fondato il 1 agosto 1945 con 11 scout, Dirigente il Maestro Max Tassinari , Ass. Eccl. Don Giuseppe Jacobellis.
1946, Reparto Ferrara 3
con sede presso il Convento San Francesco, Via Savonarola.
Reparto
Ferrara 5 con sede in Via Cairoli, 24, Parrocchia del Duomo.
1947: Branco di lupetti Ferrara
2 con sede presso la Chiesa di San Giuseppe in Via Carlo Mayr;
Clan di Rover presso la Parrocchia di S. Spirito Via Pioppa,1.
Reparto Ferrara 5 "Don G. Minzoni" (già
Ferrara 3) presso Chiesa di San Francesco. Dirigente il Prof.
Giordano Trabanelli, Ass. Eccl. Padre Giuseppe Bartolomei.
Il 1949 vede la nascita del primo Reparto scout e Branco di lupetti nel forese con il Formignana 1: 21 scout e 12 lupetti; Dirigente Giuseppe Capatti, Ass. Eccl. Don Antonio Ricci .
Nel 1950 nasce il Bondeno 1 presso la Parrocchia di Don Franco Guerzoni.
A Ferrara, nel 1952 è la volta del Reparto e Branco Ferrara 4, presso la Chiesa di S. Giovanni in Via Montebello, Dirigente Gigi Cotti, Ass. Eccl. Don Giancarlo Martinelli.
Ad Argenta, dopo lesperienza degli anni 20, ritornano gli scout nel 1955, con il Branco ed il Reparto Argenta 1 "Don Giovanni Minzoni"
Negli anni 50 tutti i rovers provenienti dai vari reparti della città trovarono una loro sede nella dependance (stalle) di Via Montebello 8. Il 1950 è lanno del Giubileo e gli scouts e rovers di Ferrara vi partecipano con il campo estivo nel parco Ghigi ad Ariccia
Sul finire degli anni 50 lo scautismo ferrarese entra in una profonda crisi: difficoltà di reperire sedi adeguate per i ragazzi ed una certa carenza di capi.
La speranza di ritrovare la strada interrotta si presenta nel 1961 nella Parrocchia di S. Luca dove il Parroco Don Giuseppe Baraldi non esita a dare ospitalità al nuovo Ferrara 4 ed al Branco dei lupetti. E stato linvito a riprendere con entusiasmo anche in altre parti della città e della provincia.
A Cento nel 1963 nasce un forte gruppo con scout e lupetti, presso la Parrocchia di S. Pietro, che rimarrà una presenza costante negli anni futuri.
Nel 1964, ancora a Ferrara, si inaugura la sede del Reparto scout presso la Parrocchia di Santa Francesca Romana, per interessamento del parroco Don Carlo Borgatti.
Verso il mare, in una area difficile per i giovani, nasce nel 1965 il Reparto Portogaribaldi 1, con scout e lupetti, che apre la strada alle altre future realtà scout di quel territorio.
E in questi anni la nascita del Gruppo Casumaro 1 per lopera instancabile di Edmondo Molinari e del Parroco Don Alfredo Pizzi.
Nel 1971 sorge il Reparto Mesola 1, anche per il generoso impegno del parroco Don Gino Bellotti: un gruppo scout che negli anni successivi si consoliderà e promuoverà la nascita della recente realtà scout di Bosco Mesola.
Hanno inoltre vissuto lo scautismo per tempi più o meno lunghi, i ragazzi di Jolanda di Savoia, di Berra e di Brazzolo.
Non si può qui tralasciare un cenno sulla presenza dello scautismo femminile dellAGI (Associazione Guide Italiane) a Ferrara negli anni 50 presso la Chiesa di S. Girolamo, sotto la direzione spirituale di Padre Marcello dellImmacolata.
Con la nascita dellAGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), diventa più attenta la relazione con il territorio e più frequenti gli incontri col le altre associazioni giovanili cattoliche e laiche ed in particolare si vanno sempre più intensificando i rapporti con la Chiesa locale. Il capo scout educatore assume ora un ruolo più coinvolgente nel promuovere la Catechesi nelle varie unità scout divenendo altresì non solo stimolo ed esempio di fede, ma anche annunciatore della Parola di Dio tra i ragazzi.
A conclusione di questo cammino tra il mondo dello scautismo ferrarese un ricordo particolare va riservato a Don Rino Vacchi, per il suo particolare impegno svolto come Assistente Ecclesiastico provinciale dellASCI di Ferrara. Tanti altri sono i nomi dei Capi e degli Assistenti Ecclesiastici che per ragioni di spazio non sono stati citati in questo lavoro. Voglio allora idealmente ricordarli tutti insieme ai ragazzi che hanno contribuito ad educare, in una unica memoria che è il sentimento profondo che sorregge i ricordi. Non so esattamente quanti siano stati; ma ci può bastare immaginarli uno per uno tra i 250 milioni di altri scout che si pensa siano transitati nelle file di tutte le associazioni scautistiche nel mondo dal 1908, anno di fondazione del Movimento scout, ad oggi.
Dal 1974, anno della nascita
dellAGESCI, lo scautismo ferrarese si è potenziato con
uno sviluppo costante, riservando una cura particolare ai contenuti
della proposta educativa.
Attualmente esistono nel territorio
ferrarese i seguenti gruppi:
A Ferrara:
Gruppo Ferrara
3 (Parrocchia Santo Spirito);
Gruppo Ferrara
4 (Parrocchia San Luca);
Gruppo Ferrara
5 (Parrocchia Santa Francesca Romana);
Gruppo
Ferrara 6
(Parrocchia San Giuseppe Lavoratore)
A Cento, Gruppo Cento 1 (Parrocchia San Pietro).
A Casumaro Gruppo Casumaro 1 (Parrocchia San Lorenzo)
A Mesola, Gruppo Mesola 1 (Parrocchia della Natività di Maria).
A Porto Garibaldi, Gruppo Porto Garibaldi 1 (Parrocchia Immacolata Concezione di Maria).
A Bosco Mesola, Gruppo Bosco Mesola 1 (Parrocchia Beata Vergine del Rosario).
A Goro è sorto l'ultimo Branco di Lupetti nel 2003 (Parrocchia Santa Maria delle Grazie).
(testo tratto da uno scritto di Ascanio Cagnoni per la Curia di Ferrara da inserire nel volume su "Storia della spiritualità nella Chiesa di Ferrara e Comacchio")